Definiamo intelligenza emozionale in termini di leadership come la capacità di percepire le emozioni in se stessi e negli altri allo scopo di inserirli nei fattori afferenti allo svolgimento di un progetto piuttosto che rimanerne vittime inconsapevoli.
La prima componente fondamentale dell’intelligenza emotiva è l’autoconsapevolezza. Intesa come la capacità di percepire ed ascoltare noi stessi, le nostre caratteristiche personali, le nostre naturali inclinazioni, le paure, i conflitti interiori, i traumi, le potenzialità.
Ancora, l’intelligenza emotiva si manifesta nella capacità di tradurre razionalmente la percezione delle emozioni proprie o altrui. Sentire gli aspetti emozionali quindi non basta: è necessario tradurre quanto si è percepito dal piano irrazionale a quello del ragionamento. In questo modo quanto si è percepito può diventare strumento utile al miglioramento dei processi intenzionali e, in ultima analisi, ad un incremento della capacità produttiva di un ambiente. Il terzo momento dell’intelligenza emotiva è infatti quello della autoregolazione: una volta percepiti i segnali provenienti dal proprio inconscio e tradotti gli stessi in materiale gestibile sul piano razionale, l’individuo può operare delle decisioni comportamentali. Ad esempio valutando poco opportuno formulare una specifica affermazione perché potenzialmente offensiva per il soggetto che ci sta di fronte o ancora, avvertendo per tempo la propria reazione di rabbia che cresce internamente ed adottando uno stratagemma utile a non esserne impossessati.
Ciliegina sulla torta dell’intelligenza emotiva è la capacità di utilizzare questa abilità per mettere in campo una comunicazione più efficace perché maggiormente appropriata al contesto che si percepisce. Ad esempio leader dotato di intelligenza emotiva allenata sarà capace valutare opportunamente quando è necessario e utile riprendere l’operato di una risorsa e quando, al contrario, è contro produttivo.
Come iniziare ad impratichirsi nel campo dell’intelligenza emotiva? Il migliore punto di partenza è, come quasi sempre accade, partire da se stessi. Osservando il proprio comportamento in termini di reazioni emotive, razionalizzandole, specializzandosi nella loro gestione e propositività. Con un po’ di pratica è possibile allenare questa capacità sino a livelli sorprendenti.