Quando due risorse di profili professionali simili e i livelli di esperienza diversi lavorano affiancati, parliamo coaching, forse uno dei punti più importanti che il manager può toccare. L’obiettivo è immediatamente comprensibile: avere un beneficio sul breve termine facendo crescere la figura professionale più giovane grazie all’esperienza di quella più anziana.
Il processo di coaching può essere suddiviso in sei passaggi fondamentali:
Identificare la necessità. Questa esigenza può essere testimonianza sia dal responsabile interno, mediante revisioni ed osservazioni sia da osservatori esterni, molto spesso per colmare lacune o inefficienze. Si parla in questo caso con coaching difensivo. Quando invece l’esigenza è giustificata dalla volontà di operare un ampliamento strategico nelle capacità produttive, si parla di coaching proattivo;
Definire i risultati attesi. Poiché ci si sta proponendo di colmare determinate lacune, mettere nero su bianco quali esse siano e definire le performance attese una volta che il coaching è determinato, può prevenire fasi di stallo e confusione durante il processo;
Identificare e rende disponibili le opportune risorse. Sia che si tratti di una lavagna con i pennarelli, della partecipazione ad un seminario, dell’acquisto di libri, è di fondamentale importanza fornire al processo tutti gli strumenti utili alla sua migliore attuazione. Lesinare questa disponibilità porterebbe molto probabilmente alla frustrazione per le risorse coinvolte;
Operare l’affiancamento. Le risorse coinvolte inizieranno a lavorare fianco a fianco, magari dapprima seguite da un incontro preliminare con il manager. Costui, di tanto in tanto, si preoccuperà esclusivamente di giudicare lo stato di avanzamento del processo ma senza interferire mai con la fase scambio culturale vera e propria;
Rinforzare il processo. Esiste una forza innata nell’individuo a ritornare ad operare secondo le vecchie abitudini anche a processo di coaching ben concluso; è importante che il manager torni a ribadire periodicamente le nuove modalità operative per contrastare la possibilità del tutto comune di una regressione spontanea;
Gratificare il successo come in ogni aspetto lavorativo; il manager dovrà utilizzare l’avvenuto successo sia direttamente verso i partecipanti il processo, sia verso l’esterno tramite una serie di atti di comunicazione sia formale che non formale, in funzione del particolare ambito di applicazione. Concludendo, il coaching è una modalità straordinaria per il miglioramento delle capacità produttive aziendali. In genere il processo di trasferimento della conoscenza, non solo si può operare in tempi incredibilmente ristretti, ma oltre ad accrescere il bagaglio culturale delle risorse ha come valore non ultimo quello di costruire rapporti interpersonali di maggiore spessore e profondità.