Le varie componenti di rischio viste in precedenza non possono per definizione essere direttamente controllate. Per questo motivo, tutte le tecniche di riduzione del rischio vertono sul concetto di diversificazione. Diversificando, si viene in possesso di un portafoglio di investimenti che è in grado di ammortizzare, se ben costruito, le oscillazioni dovute a quasi tutte le componenti di rischio e quindi a garantire un buon ritorno del capitale.
Questa diversificazione va fatta considerando ad esempio l’indice di correlazione tra due attività A e B. Il mix è ideale quando A e B risultano pochissimo correlate; risulta un mix non conveniente quando invece A e B sono fortemente correlate.
In particolare:
1. il rischio di progetto può essere ridotto se l’azienda decide di investire su più di un progetto, con coefficienti di rischio diverso e dipendenti da parametri in grado di compensarsi
2. il rischio concorrenza può essere ridotto a livello d’impresa acquisendo azioni di aziende concorrenti, ed a livello di investitore costruendo un portafoglio di azioni con una o più aziende nello stesso settore industriale
3. il rischio di settore può essere ridotto a livello d’impresa solo nel caso in cui quest’ultima sia in grado di diversificare su più settori industriali, mentre a livello di investitore va costruito un portafoglio contenente settori industriali diversi
4. il rischio internazionale può essere ridotto a livello d’impresa solo diversificando in altri paesi, soluzione non proprio alla portata di tutti; a livello di investitore questo risulta più semplice
5. il rischio sistemico è difficilmente riducibile in entrambi i casi
di Emanuele Donati
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